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CNR: Alamanacco della Scienza

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N. 6 - 28 mar 2012
ISSN 2037-4801

Focus - Primavera  

Cultura

Una stagione... mitica

Una vera e propria rinascita, frutto di una rinnovata energia. È l'effetto che produce negli uomini e nella natura l'arrivo della primavera. "Questa stagione porta con sé una carica che travolge la fisicità e la spiritualità di tutti gli esseri viventi", dice Antonella Pellettieri dell'Istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam) del Cnr. "Una rinascita ciclica che lascia tracce profonde nelle leggende e nei miti: l'Olimpo di ogni religione annovera una o più divinità legate alla primavera, oltre a riti e feste per celebrarla".

Mitologia e religioni antiche offrono molti spunti sul tema, ma è possibile trovarne traccia anche in ricorrenze quali la Pasqua, festeggiata dopo l'equinozio primaverile. "Non dimentichiamo che in inglese il termine che indica la Pasqua è 'Easter', con una palese provenienza etimologica dalla dea Eostre, divinità legata alla primavera, alla rinascita e alla fertilità". Il legame tra passato pagano e presente cristiano della festa si trova nell'uovo pasquale. "Tale simbologia si ritrova in un mito celtico della dea Eostre, raffigurata con una testa di lepre mentre depone l'uovo della nuova vita", evidenzia la ricercatrice dell'Ibam-Cnr. Ma il simbolo di nascita appare in altre tradizioni. "In India", continua Pellettieri, "un'antica leggenda narra che un essere assoluto, dopo aver dato vita alle acque, vi depose sopra un uovo che al proprio interno generò Brahama, il creatore di ogni cosa: il dio, nel dividerlo in due parti, formò il cielo e la terra". Allo stesso tempo, in un mito orfico greco si narra che in principio, un grande uccello fecondato dal vento depose un uovo d'argento nel ventre dell'oscurità e da esso balzò fuori Eros, che portò alla luce il cosmo intero con le sue creature.

Anche il rito dei Sepolcri del giovedì santo può essere ricollegato alle antiche feste primaverili. "Fino agli inizi del Novecento", aggiunge la studiosa del Cnr, "nell'Italia meridionale, si usava preparare vasi e cesti di grano e legumi fatti germogliare in penombra e guarniti da fiori e nastri colorati che venivano poi posti sui sepolcri che si allestivano in chiesa con le immagini del Cristo morto. Così come, secondo il mito greco, avveniva nei giardini di Adone dopo la sua morte, quando si seminavano nei vasi semi che, germogliati velocemente, erano gettati in alcune sorgenti insieme con le statuette del defunto, per produrre rinnovamento e fertilità nella natura. Restando alle radici della civiltà occidentale, va ricordato anche il mito del ratto di Proserpina da parte di Plutone, dio dell'Ade. Il re degli Inferi rapisce la giovane figlia di Cerere, dea della Terra, la quale, per il gran dolore, smette di far fiorire il mondo. Ecco allora che Giove ottiene da Plutone il ritorno di Proserpina per sei mesi, durante i quali la madre, felice, garantisce la buona stagione".

Ma la divinità che forse più di ogni altra è legata alla primavera è Afrodite, dea dell'amore. "Ne 'La Primavera' di Botticelli", ricorda la Pellettieri, "Venere viene accolta da Zefiro, vento fecondatore, e da una delle Ore, che rappresenta, appunto, la primavera, che dona alla dea un mantello rosa ricoperto di fiori. Queste feste ricalcavano alcuni culti orientali, specie gli assiro-babilonesi, in cui la figura di Adone era sostituita dal dio Tammuz e Afrodite dalla dea Ishtar".

Federico Catani

Fonte: Antonella Pellettieri, Istituto per i beni archeologici e monumentali, Tito Scalo, tel. 0971/427410 , email a.pellettieri@ibam.cnr.it -