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CNR: Alamanacco della Scienza

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N. 7 - 18 apr 2012
ISSN 2037-4801

L'altra ricerca   a cura di Rosanna Dassisti

Cultura

La divulgazione scientifica raddoppia

La biblioteca dell'Accademia nazionale delle scienze di Villa Torlonia ha ospitato la tavola rotonda conclusiva del Festival della scienza organizzato dal municipio Roma III. L'evento è giunto alla sua VI edizione e ha coinvolto in particolare gli studenti dell'intero ciclo scolastico, che hanno avuto l'opportunità di prendere parte a laboratori e seminari organizzati da esperti di varie discipline.

Il dibattito ha evidenziato la necessità di una collaborazione tra esperti del settore e professionisti dell'informazione affinché i media trasmettano al pubblico notizie corrette. "La possibilità di interagire direttamente con i ricercatori consente di fornire un'informazione migliore", ha detto Anna Parisi, fisica ed esperta di divulgazione scientifica. "Per abbattere le barriere che impediscono ai giovani di appassionarsi alle materie scientifiche occorre che di tali argomenti si parli anche sui nuovi media e che si moltiplichino i canali".

Per Lilli Garrone, giornalista del Corriere della Sera e moderatrice della tavola rotonda "giornalismo e scienza devono parlare la stessa lingua, solo in questa maniera si produrrà infatti una comunicazione efficace". Più critico il presidente dei Musei scientifici di Roma, Vincenzo Vomero: "Noi che ci definiamo comunicatori scientifici spesso non sappiamo comunicare, sebbene la popolazione italiana abbia fame di scienza raccontata".

Occorre quindi coinvolgere il pubblico con iniziative che incuriosiscano, che aprano le menti a nuovi aspetti della realtà che ci circonda. Carmine Marinucci dell'Enea, ha evidenziato come "il numero degli eventi all'interno delle manifestazioni scientifiche sia aumentato passando da 2-300 a circa 1.500-1.700 eventi". Dati che confermano come sia aumentata la partecipazione dei cittadini. "Iniziative come i Festival della scienza devono perdere la caratteristica di episodicità trasformandosi, come ha fatto ad esempio la Città della scienza di Napoli, da esposizione temporanea a una delle fabbriche culturali più importanti del Mezzogiorno".

Antonietta Lorenzetti