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CNR: Alamanacco della Scienza

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N. 20 - 19 dic 2012
ISSN 2037-4801

L'altra ricerca   a cura di Rosanna Dassisti

Socio-economico

Lazio, una provincia che 'tiene'

Il 2011 è stato un anno nero per le famiglie laziali, che hanno visto diminuire progressivamente il proprio reddito reale, con una stretta ai consumi, ai risparmi e agli investimenti. Sono alcuni dei dati emersi dal 'Rapporto 2012 sullo stato delle province del Lazio', presentato a Roma, presso la sala del Garante per la protezione dei dati personali, dall'Unione delle province (Upi) regionale e dall'Istituto di ricerche economiche e sociali (Eures).

Sebbene il documento evidenzi un calo dell'occupazione locale, con una disoccupazione giovanile intorno al 33,7% e i due terzi dei giovani che, a un anno dalla laurea, sono occupati in modo precario o senza contratto, il Lazio si attesta comunque al primo posto in Italia per produttività.

"Nel 2011 il tessuto imprenditoriale risulta ancora in crescita. A fronte della frenata del Pil e dell'occupazione, il Lazio si conferma la regione più dinamica relativamente alla nascita di nuove imprese (+1,3% rispetto al 2010, rispetto a un marginale +0,01% nazionale)", afferma il presidente dell'Upi Lazio e della provincia di Frosinone, Antonello Iannarilli.

Le imprese registrate (608,5 mila) rappresentano il 10% del totale nazionale, con maggiore concentrazione nella provincia di Roma, dove è localizzato il 74% del totale, seguita da Latina con il 9,5%, Frosinone con il 7,6, Viterbo con il 6,3 e Rieti con il 2,5. Ad attenuare gli effetti della crisi economica soprattutto le vendite all'estero.

"Al contempo, il credito erogato alle imprese nel Lazio è diminuito dell'1% nel primo semestre del 2012, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, contro il -4% di media nazionale. La quasi totalità (92%) risulta destinata alle realtà con più di 20 addetti.

Buone notizie sul fronte turismo. "In forte crescita in tutto il 2011 l'attrattività e i risultati economici del settore. Per la spesa destinata agli spettacoli e per il cinema è invece un anno da dimenticare (-33,6%)", conclude Iannarilli.

Nonostante l'aumento delle 'culle', con determinante contributo dei genitori stranieri, dal rapporto emerge un progressivo invecchiamento della popolazione: dei 5,8 milioni di residenti, un quinto ha più di 64 anni e quasi 150 mila sono over 84. Riguardo poi alla sicurezza, crescono del 9,4% i reati contro la Pubblica amministrazione e del 7,7% il totale dei crimini, tanto che quasi un cittadino su tre dichiara di non sentirsi sicuro nel proprio comune.

Silvia Mattoni