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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 14 - 16 ott 2013
ISSN 2037-4801
Focus - Alimentazione
Nel 2013 la crisi economica ha colpito anche a tavola: in base ai dati Istat diffusi da Coldiretti, quasi sei italiani su dieci hanno tagliato le spese per l’alimentazione, che ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 20 anni. Il settore del cibo 'low cost’ è l’unico a registrare una crescita, con un aumento delle vendite nei discount pari al 2%. I dati Ismea/Gfk-Eurisko del periodo gennaio-agosto 2013, inoltre, rilevano uno spostamento degli acquisti: nel carrello diminuiscono pasta, pesce, ortofrutta, carne e latte, mentre aumentano uova, carne di pollo, prodotti del reparto pasticceria e biscotteria e formaggi.
L'Osservatorio sulle spese delle famiglie torinesi, indagine di Ceris-Cnr, Camera di commercio, Università, Ascom e Confesercenti di Torino, evidenzia chiaramente "che la crisi ha colpito maggiormente le città industriali come Torino rispetto a Milano", afferma Secondo Rolfo, direttore del Ceris-Cnr. La spesa complessiva nel capoluogo piemontese del 2012 si attesta a 2.123 euro, pari ai livelli del 2003-2004, quindi 100 euro mensili in meno rispetto al 2011. La contrazione risulta da una diminuzione del settore alimentare (-1,5%), anche se l'incidenza della spesa alimentare sul totale cresce (+14,8%).
“A lungo termine, le conseguenze di questa riduzione potrebbero farsi sentire anche sulla salute, il rischio è infatti che gli alimenti che si eliminano siano i più ricchi di sostanze essenziali e di migliore qualità”, spiega Avveduto. “In ogni caso, l’eliminazione sistematica di alcuni cibi comporta uno sbilanciamento nella dieta a detrimento del necessario equilibrio”.
Un dato apparentemente contraddittorio riguarda l’aumento dell’acquisto di due categorie di prodotti decisamente costosi: il biologico, con punte sopra al 10% negli ultimi tre anni, e i cibi surgelati, precotti o pronti all’uso, le cui vendite sono triplicate negli ultimi dieci anni, anche se nel 2013 per la prima volta si è registrata una brusca diminuzione nella vendita delle verdure pronte.
“Riguardo al biologico, il dato non è in contraddizione con le altre stime: in generale, chi lo compra appartiene a fasce di popolazione più istruite, più ricche e sicuramente meno toccate dalla crisi”, prosegue Avveduto.
Altre tendenza riportate da Coldiretti consistono nel successo dello 'street food’, il cibo di strada, che spesso sostituisce il piatto al ristorante e che nel 2013 è stato consumato da ben 35 milioni di italiani. “Anche la socialità nel mangiare è cambiata: il tradizionale pasto in casa intorno alla tavola è più raro”, prosegue il direttore dell’Irpps-Cnr. “Ma il responsabile, non è lo 'street food’ quanto l’organizzazione mutata del lavoro, dei rapporti sociali e della struttura della famiglia, in parte responsabili anche dell’aumentato consumo degli alimenti pronti all’uso, che evitano di sottoporsi al gravoso iter spesa-preparazione-cottura facendo risparmiare tempo, ovvero sono utilizzati da famiglie composte da una sola persona, spesso anziana”.
Viola Rita
Fonte: Sveva Avveduto, Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, Roma, tel. 06/492724300 , email sveva.avveduto@cnr.it -