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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 12 - 6 dic 2017
ISSN 2037-4801
Focus - Gli eventi del 2017
La contrarietà di una parte significativa della popolazione italiana alle vaccinazioni, erroneamente considerate responsabili di provocare patologie gravi, è molto dibattuta e nel 2017 ha occupato molto spazio sui mass media. "In realtà questa avversione era presente già ai tempi dell'introduzione della vaccinazione per il vaiolo a opera di Edward Jenner, che, resa obbligatoria in Gran Bretagna nel 1853, provocò ampi disordini pubblici, tanto che nel 1907 l'obbligatorietà fu abrogata”, spiega Gilberto Corbellini, direttore del dipartimento di Scienze umane e sociali (Dsu) del Cnr. “A quel tempo gli argomenti contro la vaccinazione antivaiolosa erano di due tipi: inoculare materiale infetto per prevenire il vaiolo umano era ritenuto un rischio per la salute; dal punto di vista strettamente liberale, poi, la vaccinazione era considerata un'inaccettabile ingerenza dello Stato che considerava i bambini alla stregua di una proprietà pubblica, invadendo la potestà dei genitori”.
Oggi il movimento 'no vax' argomenta diversamente - non molto, in realtà - il proprio rifiuto. “I fattori implicati nel fenomeno sono diversi. In primo luogo, a essere contrari alla vaccinazione sono in parte persone istruite, ma con pregiudizi antiscientifici o anti-industriali che le portano a vedere complotti ovunque”, prosegue il direttore del Dsu-Cnr. “I social media, inoltre, favoriscono la formazione e il contagio dei processi sotto-culturali. Oggi, in sostanza, si usano argomenti pseudoscientifici solo apparentemente più sofisticati che nel passato. Esiste poi un 20% circa della popolazione che è più o meno 'esitante', persone che possono diventare contrarie se le campagne di propaganda 'no vax' risultano efficaci o se medici e scienziati sbagliano la comunicazione. Infine, a favorire la contrarietà è il fatto che le malattie contro cui ci vacciniamo sono scomparse e perciò fanno meno paura”.
La comunità scientifica e medico-sanitaria giudica però la vaccinazione uno strumento sempre imprescindibile. "Malattie come difterite e poliomielite non sono state debellate solo a seguito delle migliorate condizioni igienico-sanitarie: microbi e virus non scompaiono nel nulla, continuano a circolare, come provano tanti focolai epidemici e come è successo la scorsa primavera in Italia con il morbillo, ricompaiono rapidamente in tutta la loro devastante potenza”, spiega Giovanni Maga dell'Istituto di genetica molecolare (Igm) del Cnr di Pavia. “L'unica difesa efficace è addestrare il nostro corpo a difendersi grazie all'immunizzazione derivante dai vaccini. Là dove la copertura è bassa, le epidemie riesplodono rapidamente. L'incertezza o addirittura il timore peraltro sono del tutto ingiustificati”.
Oggi i vaccini sono peraltro molto più sicuri rispetto al passato. “Hanno profili di sicurezza superiori alla maggior parte dei farmaci che assumiamo quotidianamente senza pensarci due volte. È importante ricordare che i vaccini stimolano il sistema immunitario in modo naturale, attivando gli stessi meccanismi di difesa che entrano in gioco quando il nostro corpo incontra un patogeno”, prosegue il ricercatore. “Il rischio di reazioni avverse gravi è enormemente inferiore a quello di ammalarci, inoltre la vaccinazione tutela non solo chi vi si sottopone, ma tutta la comunità, in particolare i più deboli che non possono vaccinarsi, come anziani e malati”.
Del tutto strumentali e ingiustificate sono poi le obiezioni relative alla presenza di possibili additivi tossici nei vaccini. “Il sale di etilmercurio, tiomersale, più volte portato sul banco degli imputati, oltre a non avere mai mostrato tossicità negli studi effettuati, da oltre 10 anni non viene più incluso nei preparati vaccinali”, conclude Maga. “La formaldeide utilizzata per inattivare i virus è del tutto innocua nella bassissima dose presente. Infine i sali di alluminio, usati come eccipienti sono presenti in quantità di gran lunga inferiore alla soglia di sicurezza. Anche i dubbi su un eventuale sovraccarico del sistema immunitario da parte delle vaccinazioni combinate (tetravalente o esavalente) sono privi di fondamento: un neonato nelle prime ore di vita è esposto a circa 400 specie microbiche differenti, corrispondenti a oltre un milione di antigeni, mentre il numero totale di antigeni somministrati con le vaccinazioni nei primi due anni di vita è di poco superiore a 200.
Chiara Caproni
Fonte: Gilberto Corbellini, Dipartimento di scienze umane e sociali e patrimonio culturale del Cnr, Roma, tel. 06/49932657 , email direttore.dsu@cnr.it - Giovanni Maga, Istituto di genetica molecolare, Pavia , email maga@igm.cnr.it -