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CNR: Alamanacco della Scienza

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N. 11 - 1 giu 2021
ISSN 2037-4801

Faccia a faccia

Almanacco della Scienza CNR -->Roberto Vacca: il demone della conoscenza

Roberto Vacca: il demone della conoscenza

Ha da poco compiuto 94 anni e continua a guardare al futuro. Ingegnere, divulgatore scientifico, ricercatore, scrittore e molto altro, Roberto Vacca è un uomo dalle tante identità, assortite e difficilmente codificabili. È conosciuto come “futurologo”, un termine che aprirebbe scenari lontani dal metodo scientifico, ma lui smentisce prontamente e chiarisce che non è uno sciamano, gli basta imparare dal passato e coltivare curiosità e passione per la conoscenza, i due demoni che lo pungolano notte e giorno.

Come prevede evolveranno le società dopo il Covid?

Non possiamo fare previsioni finché l'epidemia non è finita e non si manifestano tendenze nuove, ma possiamo immaginare e preparare le evoluzioni future. Proviamo a costruirle in positivo: leggiamo la storia e le storie, meditiamo sugli errori del passato. Ispiriamoci ai grandi: Epitteto, Machiavelli, Newton, Russell, Pareto, Popper, Feynman, Mario Livio, Primo Levi e tanti altri. In alcuni casi si può imparare a prevedere l'avvenire.

Il virus ha spinto la rivoluzione digitale: smart working, medicina a distanza, dad. Si può lavorare e conciliare meglio i ritmi di vita. Come percepisce questa evoluzione?

La rivoluzione digitale era in corso da decenni. Molti di noi l'hanno anticipata, giovandosene e insegnandola, ma siamo stati ascoltati poco.  

Quali saranno, secondo lei, gli effetti della pandemia sull'economia e sul lavoro?

Basta guarda le tendenze in corso: disuguaglianze enormi nei redditi e nei capitali; mezzi di comunicazione di massa usati per trasmettere parole vuote, degradare il gusto; le cose importanti confuse con le più misere.

Sta cominciando il “medioevo” che aveva annunciato?

Il “medioevo prossimo venturo” che avevo immaginato mezzo secolo fa era una società tecnologica tanto inutilmente complicata da non essere più gestibile. Non si è verificato, devo dirlo francamente, però cresce il rischio di catastrofi naturali, di quelle dovute al fatto che è stata ideata e realizzata la gestione totale della qualità, ma non viene insegnata né rielaborata di continuo come sarebbe necessario. E poi si parla e si agisce troppo poco per evitare il rischio di una distruzione nucleare, potenzialmente scatenata dal cattivo funzionamento dei sistemi di controllo degli arsenali atomici.

Cosa pensa dei metodi matematici utilizzati per fare proiezioni sull'andamento del virus?

Alcuni sono ottimi, altri sono a livello discorsivo: si parla dell'andamento in modo astratto, di curve, senza definirle. I ricercatori veri espongono chiaramente i loro risultati e li confrontano con gli eventi reali. L'errore è sempre in agguato e le realtà socio-economiche e ambientali sono influenzate da numerosissimi fattori causali, molti dei quali scarsamente misurabili o sconosciuti. Anche previsioni rigorose basate su dati sicuri, quindi, possono funzionare per un certo tempo e poi risultare erronee per l'insorgere di nuovi eventi.

Aveva previsto che il numero dei decessi si sarebbe fermato a maggio, cosa che non è avvenuta anche se sono calati molto. Su cosa si basa il suo metodo?

Ho analizzo la serie storica dei decessi cumulativi in Italia. La prima ondata si esaurì a giugno 2020, come è scritto nel mio libro scritto a quattro mani con Marco Malvaldi “La misura del virus” (Mondadori). Ora sto monitorando la seconda ondata, che ho elaborato in base alle equazioni di Volterra.

Dopo il suo 94esimo compleanno, credo siano in molti a voler conoscere il segreto della sua longevità

La longevità in buona parte dipende da fattori genetici. Vivere a lungo, però, è anche prerogativa di altri animali che non conoscono il mondo, non hanno immaginazione, per quanto ne sappiamo, con potenzialità minime. Per me vivere significa anche studiare, capire, sperimentare. Chi vuole sapere in che modo i vecchiacci maledetti come me riescano a far funzionare il cervello e lavorare, può leggere il mio “Come imparare una cosa al giorno e non invecchiare mai” (Mondadori, 20l6).  

Quali sono gli atteggiamenti, pratici e psicologici, nonché le relazioni da evitare per non invecchiare precocemente?

È bene fare, oltre che imparare. Si chiama “terapia occupazionale”. Vanno evitati i perditempo, che chiacchierano su inezie.

A proposito, secondo lei le persone sono fatte “a strati”. Cosa intende?

Nella nostra mente ogni strato si forma da esperienze e da insegnamenti, che possono essere buoni e cattivi, questi ultimi da evitare. Per stare attenti a non formare in noi stessi strati negativi e dannosi, dobbiamo criticarci e farci criticare. Quindi servono i contatti con persone di valore. Io ne ho trovate alcune e racconto i rapporti che ho avuto con loro in un libro di prossima pubblicazione, “Dialoghi su chiarezza e degrado”, in cui parlo di Primo Levi e altri.

Patrizia Ruscio