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CNR: Alamanacco della Scienza

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N. 4 - 27 feb 2013
ISSN 2037-4801

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Vera fino a prova contraria

Vera fino a prova contraria

A poca distanza di tempo dai 'Mattoidi' che abbiamo già recensito sull'Almanacco, esce il libro di Silvano Fuso su 'La falsa scienza': titolo azzeccato, che richiama la 'Gaia scienza' nietzscheiana e dischiude uno spiraglio su un orizzonte culturale amplissimo e rilevante, che meriterebbe altri studi adeguati. Come il saggio di Paolo Albani, anche questo raccoglie un campionario interessante e divertente la cui varietà rimanda però, come l'autore accenna in prefazione, a una tipologia di problematiche distinte e che forse avrebbero meritato trattazioni a se stanti.

Per sintetizzare, diciamo che la veridicità della ricerca scientifica è messa in discussione su due piani. Uno è sintomatico, e riguarda gli errori commessi in buona fede oppure le frodi: gli scienziati, come tutte le persone, possono sbagliare o imbrogliare e il dovere della 'scienza' è quello di dotarsi di strumenti per ridurre al minimo i rischi di tali casi e soprattutto le relative conseguenze. In tal senso, il sistema accusa sicuramente delle falle: i casi riportati lo indicano chiaramente dalla compromissoria soluzione adottata da Nature nel pubblicare la notizia dell'"acqua con la memoria" alla serie di articoli pubblicati su Science da Woo Suk Hwang. Peraltro, la debolezza del sistema del "peer review" sta anche in altri aspetti, quali la dissuasione esercitata sui ricercatori più giovani e non strutturati da tempi di pubblicazione e richieste di approfondimenti, oppure la tendenza a quella che Robert K. Merton chiama "effetto San Matteo", ovvero a privilegiare nelle pubblicazioni (ma il discorso vale anche per i finanziamenti) autori già affermati.

Qui il discorso lambisce quello, affrontato da Fuso, della tendenza dei media generalisti a "inseguire a tutti i costi un inopportuno sensazionalismo", strillando titoli semplificatori laddove le questioni sono ancora in fieri. Non saremo certo noi a negare le responsabilità in tal senso dell'informazione, tornando a Merton c'è, però, da chiedersi se e quanto i confini tra stampa specializzata e comunicazione divulgativa valgano ancora, poiché la notorietà pubblica assunta dai ricercatori è ormai un fattore importante anche per l'acquisizione di risorse e appoggi politico-istituzionali.

Comunque, il sistema finora utilizzato è ancora in attesa di una valida sostituzione, quindi possiamo migliorarlo ma dobbiamo tenercelo. Del resto, sono sempre gli episodi focalizzati dal libro a dirlo, non minori falle presentano le istituzioni museali, alle quali capita di accogliere dei reperti 'tarocchi', e altrettanto avventati appaiono talvolta i 'vip' della ricerca, persino quelli blasonati con il Nobel, nell'accogliere tesi il cui fondamento è tutto da verificare.

Al fondo si pone però un dubbio di natura più 'ontologica' che 'deontologica', che investe quindi l'epistemologia e la gnoseologia. Alla scienza l'uomo sta affidando l'esclusiva della 'verità', essendo via via caduti altri pilastri che un tempo erano a sostenerla, come le religioni e le ideologie politiche. Chi nella scienza lavora dovrebbe riflettere su questo, non solo per assumersi ancora più rigorosamente le proprie responsabilità ma per chiedersi se non vada chiarito meglio ai non addetti che la fallibilità resta lo specifico più importante del metodo scientifico. "Ogni affermazione scientifica è infatti potenzialmente erronea e viene ritenuta vera fino a quando non viene dimostrata falsa" è la frase de 'La falsa scienza' che con più forza ci sentiamo di condividere e che andrebbe premessa a qualunque nostro discorso.

Marco Ferrazzoli

titolo: La falsa scienza
categoria: Saggi
autore/i: Fuso Silvano
editore: Carocci
pagine: 301
prezzo: € 21.00