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Mensile a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche
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N. 14 - 16 ott 2013
ISSN 2037-4801
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'Datura’ di Patrizia Cavalli raccoglie al proprio interno cose molto differenti: semplici strofe, poesie lunghe qualche pagina, un poemetto. Altrettanto diversi sono gli oggetti e gli argomenti che vi sono rappresentati: si va dall’invettiva 'civile’, come nella bellissima 'La patria’ (“eccomi qui obbligata / a pensare alla patria. Che se io l’avessi / non dovrei pensarci, sarei nell’agio pigro / e un po’ distratto di chi si muove /nella propria casa, sicuro anche al buio”), all’inevitabile amore, a un’interessante frequenza di riferimenti letterali e metaforici ad aspetti fisici, organici (per esempio “mi curo in questo / perfettissimo ospedale che vuole / fare secco il mio gran dio ormonale”, “Una media di quattrocentottanta / miliardi di battiti al minuto” oppure, in 'L’ernia sacrale’: “ma che c’entro io con queste beghe interne!”).
Altrettanto rilevante, talvolta sconcertate, in questa raccolta, la convivenza di versi asciutti quanto ricchi, incisivi quanto composti, che confermano la fama dell’autrice e la sua capacità di unire il periodare classico a una grande modernità (per esempio la pulizia di un inciso come “a luce d’alba, a luce alta / verso sera, a notte piena”), assieme ad altri (“E se mi guardi davvero e poi mi vedi? / Io voglio che stravedi non che vedi!”, “Se lui arriva sto bene / se ritarda sto male / io dipendo da lui / lui mi è Pasqua e Natale”) che lasciano il lettore perplesso, a chiedersi se non abbia compreso il significato recondito oppure se si tratti di mere distrazioni. A una poetessa molto affermata dev’essere da un lato difficile applicare un autocontrollo abbastanza rigido, dall’altro permesso di giocare con la scrittura, come a tutti.
Marco Ferrazzoli
titolo: Datura
categoria: Narrativa
autore/i: Cavalli Patrizia
editore: Einaudi
pagine: 123
prezzo: € 12.00