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CNR: Alamanacco della Scienza

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N. 4 - 26 feb 2020
ISSN 2037-4801

Recensioni

Le donne hanno sempre lavorato, eccome!
Specialistica

Le donne hanno sempre lavorato, eccome!

La storiografia su donne e lavoro o su donne ed economia ha registrato negli ultimi anni un grande slancio. In questo dibattito storiografico si inserisce il volume che raccoglie i saggi di sedici giovani borsisti e di alcuni docenti che hanno avuto l'occasione di discutere delle proprie ricerche durante il terzo seminario di studi dottorali “Storia ed economia nei paesi del Mediterraneo”, dedicato proprio a “Donne e lavoro nell'Europa mediterranea tra XIV e XIX secolo” e organizzato dall'Istituto di studi sul Mediterraneo (Ism) del Cnr di Napoli, in collaborazione con varie istituzioni italiane e straniere. Il volume a cura di Paola Avallone e Gemma Teresa Colesanti, intitolato “Donne e lavoro: attività, ruoli e complementarietà (secc. XIV- XIX)”, esce ora nella collana “Europa e Mediterraneo. Storia e immagini di una comunità internazionale” dell'Istituto di storia dell'Europa mediterranea (Isem) del Cnr.

Nei saggi sono sviluppate le tematiche oggetto dell'incontro, nel quale grande spazio è stato offerto alle fonti documentarie, al fine di tracciare nuovi percorsi di analisi sulle capacità femminili di ricoprire ruoli di gestione e di organizzazione in contesti a lungo ignorati, sia urbani sia rurali. Alle donne imprenditrici o impegnate in diversi settori, compresa l'edilizia e le miniere, delle città dell'Italia centro-settentrionale del Basso Medioevo è dedicato il saggio di Maria Paola Zanoboni. Spostandoci a Venezia troviamo il contributo di Anna Bellavitis – “Il lavoro femminile nell'artigianato urbano in età moderna: alcune considerazioni” – nel quale si affronta il tema del lavoro femminile nell'epoca in cui si registrò una progressiva perdita di “status” legata alla produzione di tipo capitalistico. Restiamo nella capitale lagunare con il saggio di Paula Clarke “Donne nel commercio e nella produzione nel tardo Medioevo: il caso delle mercantesse di Venezia”, sulle “mercantesse pubbliche” impegnate nella produzione e nel commercio del filo d'oro, e con l'articolo di Matteo Pompermaier “Con la libertà del proprio sesso. Il mercato del credito veneziano da una prospettiva di genere (XVIII secolo): alcune considerazioni”, sull'attività del credito su pegno nelle osterie nel XVIII secolo.

Lasciando Venezia, ritroviamo il tema del credito nei saggi di Ornella Tommasi e di Maria Rosaria De Rosa. La prima, con “Le donne Lion di Padova e la loro partecipazione all'attività creditizio-finanziaria tra XIV e XV secolo: i risultati”, narrazione di nobildonne che chiesero denaro in prestito a banchieri cristiani ed ebrei, aprirono conti bancari presso i “campsores” patavini, diedero vita a cantieri e committenze artistiche. Con Maria Rosaria De Rosa e i “Mestieri che contano: le banche delle mercantesse” ci spostiamo nella complessa realtà economica napoletana della fine del XIX secolo e inizi XX secolo, dove emergono la figura della pubblica mercantessa, il suo statuto giuridico e il suo ruolo nella storia del lavoro dell'Italia liberale. Il saggio “Genere, scrittura contabile e gestione domestica a Firenze nel XVI secolo” di Serena Galasso affronta l'impegno delle donne nella gestione dell'azienda della famiglia Salvati, formata da famosi e ricchi mercanti-banchieri del patriziato fiorentino.

Diverso il contenuto del saggio di Antonio Macchione “Società di genere nella Calabria bassomedievale: lavoro, professioni e rapporti economici (sec. XIV-XV)”, incentrato sul protagonismo femminile al di fuori dell'ambito domestico: emblematico il caso di Covella Ruffo che, insignita nel 1425 da Giovanna II del titolo di Capitano e Castellano di Nicotera, assunse un ruolo di rilievo nella burocrazia. Ancora in ambito meridionale, a “Il lavoro delle donne nella Siracusa del tardo Quattrocento” dedica il suo saggio Martina del Popolo, che ricostruisce una pagina dell'occupazione femminile nella città sede della “Camera delle regine”, con un interessante profilo di Giovanna Salvaggio, amministratrice della caldara cittadina.

Quattro saggi riguardano diverse realtà geografiche della penisola iberica. In “El trabajo de las mujeres en la resolución de conflictos: Los arbitrajes femeninos en el Reino de Aragón en la Baja Edad Media”, María del Carmen García Herrero supporta l'ipotesi che nella scultura della tomba di Sancha Ramírez (XII secolo) sia conservata la prima rappresentazione di una donna che applica la giustizia nel regno di Aragona nel Medioevo. Blanca Navarro Gavillan – “Las mujeres cordobesas y sus conocimientos técnicos en el ámbito doméstico durante la baja edad media” - affronta il ruolo svolto dalle donne nella città di Cordova. Alejandra Franganillo Álvarez, con “Trabajadoras domésticas en palacio: las mozas de cámara en la Corte española (1570-1649)”, si occupa delle donne che, pur fuori dall'aristocrazia, stabilirono una presenza presso la Camera delle Regine in epoca moderna. Chiude la sezione “Feminine magical-medicinal practices in Catalan trials for sorcery and witchcraft: Changing perceptions between late Middle Age and Early modern time” di Pau Castell Granados, sul cambiamento di percezione operato tra il tardo medioevo e la prima età moderna verso certe pratiche magico-medicinali femminili. Troviamo però un richiamo alla penisola iberica anche nel lavoro di Leila Maziane sulla storia di una donna governatrice di una città del Marocco settentrionale, che fece fortuna grazie al mare: “Sit Al-Horra, gouvernante de Tétouan et armatrice de navires corsaires au XVIe siècle”.

Anne Montenach racconta del carteggio tra una mercantessa di moda, Mademoiselle Mandier di Lione con “Femmes, villes et économie de la mode dans l'espace euro-méditerranéen au XVIIIe siècle”. Donna imprenditrice è “Madeleine de Lartissute or de Lartissute-Médicis: to be a 'businesswoman' in France in the first part of the 16th century”, di Auderie Maret, vicenda di una donna divorziata che, tra mille difficoltà, riesce a gestire la sua azienda.

Gli ultimi due articoli del volume, “L'educazione delle donne ultra-ortodosse in Israele: formazione ed educazione professionale come forme di emancipazione e modernizzazione” di Giorgia Foscarini e “Donne e mobilità: analizzare il nesso migrazione/sviluppo in una prospettiva di genere” di Immacolata Caruso, affrontano percorsi di ricerca di storia contemporanea. Nel primo, i cambiamenti nella comunità ultra-ortodossa a Gerusalemme legati a percorsi d'istruzione nel sistema scolastico femminile. Immacolata Caruso evidenzia come il genere influisca su tutti gli aspetti dell'esperienza migratoria di uomini e donne.

Raffaella Salvemini

titolo: Donne e lavoro: attività, ruoli e complementarietà (secc. XIV- XIX)
categoria: Specialistica
autore/i: Avallone Paola, Colesanti Gemma Teresa (a cura di)
editore: Istituto di storia dell’Europa mediterranea del Cnr
pagine: 458
prezzo: € 23.00